
Il denaro. Quella materia opaca, sfuggente, carica di simboli e di ombre, che sembra sfidare ogni tentativo di ridurla a mero strumento di scambio. Il denaro non è solo moneta, non è solo cifra, non è solo conto in banca. È molto di più. È un linguaggio, un sintomo, una proiezione dei nostri desideri più profondi e delle nostre paure più nascoste. È, come direbbe Lacan, un “oggetto a”, un oggetto che ci attrae e ci respinge, che ci seduce e ci tormenta. Eppure, nel contesto di una coppia, il denaro assume una dimensione ancora più complessa: diventa un atto d’amore, un gesto di cura, una prova di fiducia.
Ma come può il denaro, spesso associato alla freddezza del calcolo e alla logica del profitto, diventare un atto d’amore? Come può trasformarsi da strumento di potere a strumento di condivisione? E soprattutto, come può una coppia navigare le acque spesso tempestose dell’“economia dell’amore” senza naufragare?
Il denaro come sintomo
Partiamo da una premessa fondamentale: il denaro non è mai neutro. Ogni volta che apriamo il portafoglio, che firmiamo un assegno, che discutiamo di risparmi o di debiti, non stiamo semplicemente gestendo risorse economiche. Stiamo mettendo in scena qualcosa di molto più intimo: i nostri valori, le nostre priorità, le nostre ferite. Il denaro è un sintomo, nel senso psicanalitico del termine: è un segnale che ci parla di qualcosa che va oltre il visibile, qualcosa che riguarda la nostra storia, i nostri traumi, le nostre aspirazioni.
Pensate a una coppia in cui uno dei due partner è estremamente frugale, quasi parsimonioso, mentre l’altro è impulsivo, incline a spendere senza calcolo. Questa dinamica non è solo una questione di carattere o di abitudini. È un sintomo che rivela due modi diversi di relazionarsi al mondo, alla sicurezza, al piacere. Il partner frugale potrebbe aver interiorizzato un’idea di denaro come difesa, come baluardo contro l’insicurezza. Quello spendaccione, al contrario, potrebbe vedere nel denaro una forma di libertà, di affermazione di sé.
Ecco perché gestire le finanze in coppia non è mai solo una questione pratica. È un atto di traduzione, di ascolto, di comprensione reciproca. È un’opportunità per scoprire non solo come l’altro gestisce il denaro, ma come lo vive, come lo sente, come lo sogna.
Il denaro come atto d’amore
Se il denaro è un sintomo, allora gestirlo insieme diventa un atto d’amore. Perché l’amore, come ci insegna la psicanalisi, non è solo passione, non è solo eros. È anche cura, attenzione, responsabilità. E cosa c’è di più concreto, di più tangibile, della cura del progetto comune?
Immaginate una coppia che decide di risparmiare per un viaggio, per una casa, per il futuro dei figli. Ogni euro messo da parte, ogni sacrificio fatto, ogni decisione presa insieme non è solo un gesto economico. È un gesto simbolico. È un modo per dire: “Credo in noi. Credo nel nostro futuro. Credo che valga la pena investire in quello che siamo e in quello che vogliamo diventare.”
Ma attenzione: l’atto d’amore non è solo nel risparmio, nel controllo, nella pianificazione. È anche nella capacità di lasciarsi andare, di concedersi un piacere, di vivere il denaro come strumento di gioia. Quante coppie si perdono nella rigidità dei bilanci, dimenticando che il denaro può anche essere un mezzo per celebrare la vita, per creare ricordi, per nutrire l’eros?
Il denaro come campo di battaglia
Eppure, non possiamo ignorare che il denaro è spesso un campo di battaglia. Quante coppie si ritrovano a litigare per una spesa eccessiva, per un debito non confessato, per un’eredità mal gestita? Quante volte il denaro diventa l’occasione per riaprire ferite antiche, per rinfacciare mancanze, per misurare il potere all’interno della relazione?
Il denaro, in queste situazioni, smette di essere un atto d’amore e diventa un’arma. Un’arma che può ferire, che può dividere, che può distruggere. Ma perché? Perché il denaro ha questo potere? Perché riesce a toccare corde così profonde?
La risposta, forse, sta nel fatto che il denaro è sempre legato al desiderio. E il desiderio, come sappiamo, è un territorio complesso, ambiguo, spesso conflittuale. Desideriamo sicurezza, ma anche libertà. Desideriamo stabilità, ma anche avventura. Desideriamo il futuro, ma anche il presente. E il denaro, in qualche modo, è il mezzo attraverso cui cerchiamo di realizzare questi desideri.
Ma quando i desideri dei due partner non sono allineati, quando uno cerca sicurezza e l’altro libertà, quando uno vuole risparmiare e l’altro vuole spendere, ecco che il denaro diventa un campo di battaglia. E la battaglia non è solo sul denaro. È sul significato che il denaro ha per ciascuno di noi.
Il mantra della coppia: equilibrio e rispetto
Allora, come fare per trasformare il denaro da campo di battaglia a strumento di condivisione? Come fare per gestire le finanze in modo che diventino un atto d’amore e non un atto di guerra?
La risposta, credo, sta in due parole: equilibrio e rispetto.
L’equilibrio non è una questione di numeri, di bilanci perfetti, di conti in pareggio. È una questione di ascolto, di compromesso, di flessibilità. È la capacità di trovare un punto di incontro tra due visioni diverse, due storie diverse, due desideri diversi. È la capacità di dire: “Questo è importante per te? Allora è importante anche per me.”
Il rispetto, invece, è la capacità di riconoscere che il denaro non è solo denaro. È un simbolo, un sintomo, una proiezione. È la capacità di non giudicare l’altro per come gestisce il denaro, ma di cercare di capire cosa c’è dietro. È la capacità di dire: “Non condivido la tua scelta, ma rispetto il tuo desiderio.”
L’esercizio: l’inventario dei desideri finanziari
Ecco allora un esercizio semplice ma potente: fate un “inventario dei desideri finanziari”. Sedetevi insieme, prendete un foglio di carta, e scrivete. Scrivete cosa desiderate, cosa sognate, cosa vi spaventa. Scrivete senza giudizio, senza paura, senza vergogna.
Poi, scegliete un obiettivo piccolo, raggiungibile, concreto. Un weekend fuori, un corso di cucina, un regalo per la casa. Qualcosa che vi unisca, che vi faccia sentire complici, che vi ricordi che il denaro non è solo un problema da risolvere, ma anche un’opportunità da vivere.
La domanda social: qual è il vostro mantra?
La domanda che vi lascio, la domanda che vi invito a portare nel vostro blog, nei vostri social, nelle vostre conversazioni è: “Qual è il vostro mantra per gestire i soldi in coppia?”
Perché ogni coppia ha il suo mantra, la sua formula magica, il suo segreto. C’è chi dice: “Prima il necessario, poi il superfluo.” C’è chi dice: “Risparmiamo, ma non dimentichiamo di vivere.” C’è chi dice: “Il denaro è importante, ma non è tutto.”
Qual, dunque, è il vostro?
In fondo, l’economia dell’amore non è una scienza esatta. Non ci sono (per fortuna!) regole universali, non ci sono formule infallibili. Ci sono solo due persone che cercano di costruire qualcosa insieme, di navigare le acque del desiderio e della paura, del presente e del futuro.
E se il denaro può essere un ostacolo, può anche essere un ponte. Un ponte verso l’altro, verso il futuro, verso l’amore.
Perché, come dice il proverbio: *“Il denaro è un ottimo servitore, ma un pessimo padrone.”*
E noi sappiamo benissimo che, alla fine di tutto, l’amore è l’unico padrone che vale la pena servire.
Con speranza ostinata,
Mino Russo
Marital Coach
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