
Cari cercatori d’amore,
oggi ci addentriamo in un territorio sacro, un luogo che sembra lontano ma che, in realtà, è sempre a portata di mano. È il luogo della meraviglia, dello stupore, di quello sguardo che sa ancora accendersi di fronte all’altro, come se fosse la prima volta. È il luogo in cui l’amore non si consuma, ma si rinnova.
L’amore, come un giardino, ha bisogno di cure costanti. Non basta piantare i semi e aspettare che crescano da soli. Occorre annaffiare, togliere le erbacce, osservare con attenzione i germogli che spuntano. Eppure, quante volte, nella routine della vita, ci dimentichiamo di guardare quel giardino con gli occhi di chi lo vede per la prima volta? Quante volte diamo per scontato ciò che invece è un miracolo quotidiano?
Lo sguardo che rinnova
Antoine de Saint-Exupéry, nel suo Piccolo Principe, ci ha lasciato una perla di saggezza: "L’amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione". Questa frase, apparentemente semplice, contiene un insegnamento profondo. L’amore non è solo un incontro di sguardi, ma una condivisione di orizzonti. Eppure, per guardare insieme nella stessa direzione, dobbiamo prima imparare a rinnovare il nostro sguardo sull’altro.
Lo sguardo è lo strumento più potente che abbiamo per connetterci con l’altro. È attraverso gli occhi che cogliamo l’essenza, che percepiamo l’anima. Ma lo sguardo può anche diventare cieco, abituato, distratto. Può smettere di vedere ciò che ha davanti, perché troppo concentrato su ciò che manca, su ciò che è cambiato, su ciò che non è più come prima.
Rinnovare lo sguardo significa tornare a vedere l’altro con gli occhi di ieri, con quella stessa meraviglia che ci ha fatto innamorare. Non si tratta di negare il tempo che è passato, ma di recuperare la purezza di un’emozione che sembrava perduta. È un atto di coraggio, perché richiede di abbandonare le lenti del giudizio, della routine, della delusione, per indossare quelle della curiosità, della gratitudine, dello stupore.
Il peso del tempo e la leggerezza della meraviglia
Il tempo è un’entità ambivalente. Da un lato, ci regala la profondità di una storia condivisa, la complicità di un linguaggio segreto, la sicurezza di un legame che ha superato prove e difficoltà. Dall’altro, rischia di appesantire lo sguardo, di renderlo opaco, di farci dimenticare ciò che ci ha fatto innamorare.
Quante coppie, dopo anni di vita insieme, si ritrovano a vivere come due estranei? Quante volte l’altro diventa un’ombra, un’abitudine, un ruolo da interpretare? Questo accade quando smettiamo di guardare l’altro con meraviglia, quando diamo per scontato che sia lì, che ci appartenga, che non possa cambiare.
Ma l’amore non è un possesso, è un incontro continuo. E per incontrare l’altro, dobbiamo tornare a vederlo, a scoprirlo, a stupirci di lui. Dobbiamo ricordare che l’altro non è mai uguale a se stesso, che è un fiume in costante movimento, che ogni giorno ci offre qualcosa di nuovo, se solo abbiamo la pazienza di guardare.
Il ruolo del marital coaching: ritrovare lo sguardo
E qui entra in gioco il marital coaching, come un faro che illumina il cammino. Il marital coaching non è una terapia, ma un accompagnamento, una guida che aiuta la coppia a ritrovare la propria bussola interiore. Uno degli obiettivi principali del marital coaching è proprio quello di aiutare i partner a rinnovare il proprio sguardo sull’altro, a recuperare quella meraviglia che sembrava perduta.
Attraverso esercizi mirati, domande potenti e riflessioni condivise, il marital coaching invita la coppia a guardarsi di nuovo, a riscoprirsi, a riconnettersi. Non si tratta di tornare indietro nel tempo, ma di portare nel presente la luce del passato, di recuperare quegli elementi che hanno fatto nascere l’amore e di integrarli nella realtà di oggi.
Uno degli strumenti più potenti del marital coaching è proprio la scrittura. Scrivere una lettera all’altro, come se fosse il primo giorno in cui vi siete innamorati, è un atto di grande valore. È un modo per riappropriarsi delle emozioni che hanno dato vita alla relazione, per ricordare ciò che ci ha fatto battere il cuore, per riconoscere ciò che ancora ci incanta.
L’esercizio: la lettera dell’innamorato
Prendete un foglio di carta e una penna. Chiudete gli occhi e tornate indietro nel tempo, al momento in cui avete incontrato l’altro. Ricordate il primo sguardo, il primo sorriso, la prima volta che avete sentito il cuore accelerare. Ricordate i dettagli che vi hanno colpito: il modo in cui muoveva le mani, il suono della sua voce, il profumo della sua pelle.
Ora aprite gli occhi e scrivete una lettera all’altro, come se fosse il primo giorno in cui vi siete innamorati. Non abbiate paura di essere sentimentali, di usare parole grandi, di esprimere emozioni che forse avete dimenticato. Scrivete di ciò che vi ha fatto innamorare, di ciò che ancora oggi vi incanta, di ciò che vi fa sentire fortunati ad avere l’altro al vostro fianco.
Questa lettera non è solo un esercizio di memoria, ma un atto di amore. È un modo per rinnovare il vostro sguardo, per ricordarvi che l’altro non è mai scontato, che è un dono prezioso, che merita di essere visto con occhi nuovi ogni giorno.
La domanda social: ritrovare i dettagli che incantano
E ora, una domanda per voi, cari cercatori d’amore: “Quale dettaglio dell’altro vi incantava all’inizio e che ancora amate?”
Fermatevi un momento a riflettere. Qual era quel particolare che vi faceva perdere la testa? Forse il modo in cui l’altro rideva, o la luce che accendeva i suoi occhi quando parlava di qualcosa che amava. Forse era un gesto, una parola, un’abitudine che vi sembrava unica.
E ora, guardate l’altro con attenzione: quel dettaglio è ancora lì? Forse è cambiato, ma in che modo? E cosa vi incanta ancora oggi?
Questa domanda non è solo un esercizio di nostalgia, ma un invito a ritrovare la meraviglia nel presente. Perché l’amore non è solo un ricordo, è una presenza viva, che si rinnova ogni giorno, se solo abbiamo il coraggio di guardare.
Conclusione: amare è un atto di coraggio
Amare con gli occhi di ieri non significa vivere nel passato, ma portare nel presente la luce di un’emozione che ha cambiato la nostra vita. Significa ricordare che l’altro è un mistero da scoprire, un universo da esplorare, un dono da custodire.
E questo richiede coraggio. Il coraggio di guardare oltre le apparenze, di superare le delusioni, di abbandonare le aspettative. Il coraggio di amare nonostante tutto, di credere che l’amore sia sempre possibile, di scegliere ogni giorno di rinnovare il proprio sguardo.
Perché l’amore non è un sentimento statico, ma un movimento, un flusso, un respiro. E come ogni respiro, ha bisogno di essere rinnovato, di essere vissuto con consapevolezza, di essere celebrato nella sua bellezza.
Allora, cari cercatori d’amore, prendetevi un momento per guardare l’altro con gli occhi di ieri. Scoprite cosa vi incanta ancora, cosa vi fa sorridere, cosa vi fa sentire vivi. E ricordate: l’amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione, con lo stesso stupore, con la stessa meraviglia.
Perché, in fondo, amare è proprio questo: ritrovare la meraviglia, ogni giorno, ancora e ancora.
Con ostinata speranza,
Mino Russo
Marital Coach
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