
"La fiducia è come un respiro: non la vedi, ma senza di essa non puoi vivere".
La fiducia come atto di fede nel presente
C’è un momento, in ogni storia d’amore, in cui ci si rende conto che la fiducia non è una certezza, ma una scommessa. Non è un contratto stipulato una volta per tutte, né un muro che si erige per proteggersi. È piuttosto un atto di fede nel presente, un gesto che si rinnova ogni giorno, come il sole che sorge senza garanzie, ma con una fedeltà che commuove.
La fiducia non si costruisce con grandi proclami o giuramenti solenni. Si nutre di gesti minimi, quasi invisibili, che parlano un linguaggio segreto: il caffè portato a letto senza che venga chiesto, il silenzio che accoglie senza giudicare, la mano che cerca l’altra nel buio.
Eppure, oggi viviamo in un’epoca in cui la fiducia è diventata un’ossessione malata. Controlliamo i telefoni, tracciamo i movimenti, trasformiamo l’amore in una prigione di sospetti. Ma la vera fiducia non nasce dal controllo: nasce dal coraggio di lasciarsi andare, di abitare l’incertezza senza farne un dramma.
La fiducia come dono, non come diritto
La psicoanalisi ci insegna che la fiducia non è qualcosa che si possiede, ma qualcosa che si offre. È un dono che si fa all’altro, senza garanzie, senza la certezza di essere ricambiati. È come gettare un seme nella terra: non sai se germoglierà, ma lo fai perché credi nella vita.
Eppure, spesso confondiamo la fiducia con il possesso. Crediamo che fidarsi significhi avere il controllo sull’altro, sapere sempre dove è, con chi, perché. Ma questa non è fiducia: è paura mascherata da amore.
La vera fiducia è un atto di liberazione:
Liberazione dalla paura di essere traditi.
Liberazione dalla necessità di possedere l’altro.
Liberazione dall’ossessione di sapere tutto.
Caso di Marital Coaching
Marco e Giulia, sposati da 15 anni. Dopo una crisi, Marco inizia a lasciare biglietti sul tavolo: “Oggi tornerò tardi, ma penserò a te”. Non è una giustificazione, ma un gesto di trasparenza, un modo per dire: “Ti rispetto abbastanza da non lasciarti nell’ombra”.
Giulia, inizialmente scettica, un giorno gli risponde: “Non so se ti credo, ma apprezzo che ci provi”. È l’inizio di un nuovo capitolo: non la fine dei dubbi, ma la scelta di conviverci.
L’esercizio delle promesse minime – Il potere rivoluzionario del “giovedì lavo io i piatti”
Vi propongo di fare un esercizio: fate una promessa piccola e concreta all’altro ogni settimana. A questo proposito nella sezione Download potete scaricare un file Le 50 Promesse .
Questo esercizio funziona perchè le grandi promesse (“Non ti tradirò mai”) si rivelano spesso essere castelli di sabbia. Al contrario, quelle piccole, (del tipo: “Giovedì lavo io i piatti”) sono mattoni di realtà.
Metodologia
Scegliete qualcosa di banale ma simbolico (es. preparare il caffè la mattina, spegnere il telefono durante la cena).
Scrivetelo su un foglietto e appendetelo al frigo.
Raccontatevi, a fine settimana, cosa avete provato nel mantenere/quell’attesa.
Esempio: Giulia promette a Luca: “Questa settimana ti sveglierò con un bacio e non con le lamentele”. Un gesto minuscolo, ma che dice: “Esisto per te, anche quando sono stanca”.
La domanda che trasforma le macerie in fondamenta
“Quale gesto vi fa sentire più ‘al sicuro’ nella coppia?”
Eccovi alcune risposte delle coppie che ho seguito:
“Quando mi porta il caffè a letto senza che glielo chieda” (Elena).
“Quando cancella un impegno per stare con me, senza che io debba supplicare” (Davide).
“Quando mi manda un messaggio solo per dire ‘ti penso’” (Sofia).
Vi suggerisco di provare a fare questo Esercizio aggiuntivo:
Chiedete all’altro: “Cosa posso fare, oggi, per farti sentire al sicuro?”.
Non è una richiesta di istruzioni, ma un atto di ascolto radicale.
Concludendo: La fiducia è un verbo, non un sostantivo
La fiducia non si declina al passato (“Ti ho creduto”) o al futuro (“Ti crederò”). Si vive al presente, in quel “ti credo ora” che si rinnova ogni giorno.
Non è un salto nel vuoto, ma una scalata lenta, dove ogni appiglio è un gesto concreto: un caffè preparato, un silenzio rispettato, una promessa minima mantenuta.
Le crepe restano, è vero. Ma possono diventare la prova che l’amore non ha paura di essere ferito, purché sappia trasformare le ferite in arte.
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